sabato 16 ottobre 2010

afterglow

il tango che non ballo, i libri che non leggo, il sale che non compro, la musica che non canto, le scelte che non faccio, le parole che non dico, le notizie che non ascolto, l'amore che non amo, il fervore che non vivo, il sabato che non ha luce, il tempo che m'insegue e che non fuggo.

borges nei pomeriggi solitari non fa niente bene.

c'è una città dove andrò, con strade che conosco. e musiche che ascolterò, sola. e amici che incontrerò, e che vedranno un colore che non è il mio. vedranno sorrisi, promesse, allegria. vedranno una forza che non c'è.
come quelle piazze al crepuscolo, gli incroci così chiari, i ciottoli così lucidi: pieni di poesia e parole e passi. sono così limpidi e attesi e senza domande. sono sé, senza polvere, crepe, odori e fatica. lo sguardo teme l'incantesimo. e così sono io. perenne crepuscolo, tra un giorno troppo chiaro e una notte sconosciuta e eterna.

Fa male  sostenere quella luce tesa e diversa,
quall'illusione che impone allo spazio
l'unanime timore della tenebra
e che a un tratto svanisce
quando ne percepiamo la fallacia,
come svaniscono i sogni
quando scopriamo di sognare.
 lo so da me. l'illluminazione è lontana.

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