borges nei pomeriggi solitari non fa niente bene.
c'è una città dove andrò, con strade che conosco. e musiche che ascolterò, sola. e amici che incontrerò, e che vedranno un colore che non è il mio. vedranno sorrisi, promesse, allegria. vedranno una forza che non c'è.
come quelle piazze al crepuscolo, gli incroci così chiari, i ciottoli così lucidi: pieni di poesia e parole e passi. sono così limpidi e attesi e senza domande. sono sé, senza polvere, crepe, odori e fatica. lo sguardo teme l'incantesimo. e così sono io. perenne crepuscolo, tra un giorno troppo chiaro e una notte sconosciuta e eterna.
Fa male sostenere quella luce tesa e diversa,lo so da me. l'illluminazione è lontana.
quall'illusione che impone allo spazio
l'unanime timore della tenebra
e che a un tratto svanisce
quando ne percepiamo la fallacia,
come svaniscono i sogni
quando scopriamo di sognare.